Corteo Storico di Santa Rita

Il Corteo Storico di Santa Rita a Castelvetrano, ci fa rivivere ogni anno attraverso i bei costumi dei figuranti i vari momenti della vita di S. Rita perché la nostra preghiera possa ritrovare i colori e le sensazioni del tempo di Rita.

Aprono il corteo gli angeli che annunciano ad Amata il lieto evento, non più sperato a causa della sua tarda età, della nascita di una figlia. L’evento si annuncia prodigioso fin dall’inizio. Due angeli discoprono la bambina celata da un velo.

Rita bambina: con le mani sorregge un cesto di pane, a ricordo della sua generosità verso i poveri e i malati di peste che ella assisteva e nutriva amorosamente, pane che le monache di S. Maria Maddalena continuarono a donare ai bisognosi e devoti dopo la sua morte.

Il secondo personaggio rappresenta Rita giovinetta con un’anfora in mano, a ricordo della dedizione alla vita domestica. Dietro di lei gli anziani genitori: Antonio Lotti e la madre che la tradizione ci tramanda con il nome di Amata Ferri.

Ora è rappresentata la seconda fase della vita della Santa: Rita sposa, insieme al marito Paolo di Ferdinando Mancini da Roccaporena, dietro di loro le vergini del corteo nuziale e la dama delle fedi. Viene drammatizzato dai figuranti il dissidio di Paolo fra i consigli buoni e santi di Rita e l’istigazione all’odio fazioso cui lo spingono parenti ed amici.

A questo punto irrompono nella scena gli uccisori del marito di Rita con a capo Guido Cecchi, capo della fazione avversa.

Procede nella composta sofferenza di vedova, Rita, esempio di perdono e di madre sublime che ha donato i propri figli a Dio in nome della pace.
La seguono i due figli, Giovangiacomo e Paolomaria, che la tradizione vuole morti giovanissimi di peste.
Ora si entra nella terza fase della sua vita, quando i tre Santi protettori la faranno entrare miracolosamente nel monastero di S. Maria Maddalena: ecco alla sinistra del corteo S. Giovanni Battista, al centro S. Agostino, e alla destra S. Nicola da Tolentino, Santi altamente significativi per l’Ordine Agostiniano. Vengono preceduti dalla figura di Rita con l’abito del noviziato con il tradizionale velo bianco.

Ecco il francescano fra Giacomo della Marca che predicò a Cascia nella chiesa di Santa Maria della Pieve durante la quaresima del 1425.

Dietro il Santo scorgiamo Rita in abito monacale, come allora vestivano le monache agostiniane dell’Umbria. La Santa porta il Crocifisso dal quale, dopo la predica del Santo francescano, ricevette la stimmate in fronte nel 1432, portandola per quindici anni fino alla morte, avvenuta nella notte tra il 21 e 22 maggio 1447. La accompagnano la badessa ed alcune consorelle che le saranno vicine fino all’ora della morte.

Seguono le dame che portano i segni della santa : un cesto d’uva, che rievoca il fatto straordinario del secco virgulto, divenuto vite fruttifera per merito di spirito di sacrificio e di obbedienza della Santa che lo annaffiava ogni giorno. Da quella vite ancora oggi le sue consorelle gustano il frutto miracoloso.

Altre due dame recanti rispettivamente rose e fichi spuntati per miracolo e raccolti, su desiderio della Santa, nel suo orto di Roccaporena, nell’inverno del 1447 mentre giaceva inferma nella sua cella. Sono certamente simboli del suo grande amore anche per i propri cari.

Ed infine altre quattro dame che portano i segni della passione di Cristo e dell’umiliazione di Rita: la corona di spine e le tre discipline, che rappresentano i tre gradi di mortificazione umana.

Inoltre sfilano alla coda del corteo una folta rappresentanza della nobiltà castelvetranese guidata dal Principe Cardo d’Aragona e dalla Principessa Margherita Ventimiglia, nonché dalla Deputazione Civica con al centro il Capitano del Popolo con l’argentea Mazza Giuratoria, scortata da un drappello di gendarmi armati della milizia urbana castelvetranese.